Il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività – ADHD – è uno dei disturbi del neurosviluppo più frequenti e studiati e colpisce il 3-5% dei bambini in età scolare dotati di un quoziente intellettivo (QI) nella norma o superiore alla media, con un rapporto di 3 maschi per 1 femmina. La caratteristica è la presenza persistente di un quadro fondamentale da disattenzione e/o iperattività-impulsività che interferisce con lo sviluppo e il funzionamento.
Intervenire non è semplice, e il trattamento dell’ADHD vari livelli tra loro interconnessi che coinvolgono la famiglia, l’ambito scolastico, il trattamento individuale del bambino. All’interno di questi interventi si inserisce quello della Neuromodulazione Prismatica (Mindlenses Professional), una terapia di riabilitazione e potenziamento cognitivo che utilizzo in ospedale con i miei pazienti.
A differenza di altre tecniche di neuromodulazione, MindLenses consente di stimolare in modo selettivo specifiche aree cerebrali senza l’utilizzo di correnti elettriche o campi magnetici. L’effetto di “attivazione neurale” indotto dalle lenti prismatiche è progettato per rendere il cervello più ricettivo e reattivo.
I serious games sono esercizi cognitivi progettati per lavorare su funzioni cognitive specifiche. Nel protocollo terapeutico, i progressi sono esaminati attraverso test neuropsicologici prima e dopo il trattamento.
Come interviene la Neuromodulazione Prismatica nell’ADHD?
1. Stimolazione delle reti visuo-spaziali e attentive
Attiva la corteccia parietale posteriore, migliorando l’orientamento dell’attenzione.
Migliora il focus visivo e l’elaborazione spaziale, spesso alterati nei bambini e negli adulti con ADHD.
2. Regolazione emotiva
Agisce su aree limbiche come l’amigdala e la corteccia prefrontale dorsolaterale, che mediano impulsi e stati emotivi.
L’adattamento prismatico “costringe” il cervello a uscire da schemi rigidi.
Questo effetto si traduce in maggiore adattabilità e miglior gestione delle richieste ambientali.
La difficoltà di rimanere concentrati
La difficoltà a mantenere la concentrazione rappresenta uno dei principali ostacoli nell’ADHD, soprattutto in età adolescenziale. L’attenzione è facilmente distratta da stimoli visivi, uditivi e corporei che competono tra loro per attirare l’interesse del ragazzo. Questo deficit attentivo si traduce spesso in una percezione costante di noia, riassunta nella frase ricorrente: “Che noia!”.
Ciò che caratterizza molti ragazzi con ADHD è la tendenza ad annoiarsi facilmente, soprattutto quando si trovano di fronte ad attività ripetitive o poco stimolanti, come i compiti scolastici, le attività routinarie, ma anche durante le interazioni sociali, lo sport o le normali dinamiche con i coetanei.
Con l’aiuto della neuromodulazione prismatica, questo disagio può essere significativamente alleviato, grazie alla stimolazione di reti cerebrali coinvolte nell’attenzione e nella regolazione delle emozioni, rendendo il cervello più ricettivo e stabile di fronte agli stimoli.
* Responsabile del servizio di Psicodiagnostica, Neuropsichiatria Infantile,Dip. Neuroscienze e Salute Mentale, Policlinico Umberto I – Università LaSapienza Roma
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